Poco tempo fa avevamo visto come l’editrice Astorina avesse adattato il vecchio Diabolik al formato comic-book americano (in questo senso preceduta, se non ricordiamo male, dalla Disney con Paperinik, un paio di decenni fa). Ora la diversificazione formale tocca alla Bonelli, la quale già da tempo pubblica una collana a colori di Tex nel formato dell’albo alla francese. Nel caso di questo terzo numero firmato Boselli-Stano, purtroppo l’operazione è abbastanza fallimentare. Tralasciando gli onesti disegni del buon Angelo Stano, è il lavoro di Boselli a mostrare la corda troppo presto. La storia, prima di tutto, non è niente di piú di una “la qualunque” del farwest, che tra l’altro soffre dell’eccessiva compressione nella cinquantina di pagine dettate dal taglio frangese, sintetizzata a tal punto da rendere inspiegabile la trasformazione pissicologica di uno dei personaggi, una signora rapita, che inizialmente si potrebbe presumere vittima della sindrome di stoccolma, ma che poi risulta evidentemente impazzita, ma non è dato saperne il perché. Ma la cosa piú da cioccolatai è non aver adeguato la sceneggiatura al diverso medium: il fumetto-bonelli ha una lettura tutto sommato veloce, ed una impaginazione piú libera, mentre il fumetto franco-belga abbisogna tradizionalmente di una lettura piú lenta e di una disposizione estremamente calibrata (anche per il vincolo del minor spazio disponibile), prerogative qui del tutto disattese, cosicché leggiamo un albo (virtualmente) prestigioso come se stessimo sfogliando un fumetto popolare da quattro soldi. Motivo per il quale diamo a questo fumetto un bel 5 meno meno.
Sergiobonellieditore, una 50ina di pagg. a colori, 8,90 euri.